L'Eremo di Montesiepi

noto anche come "La Rotonda di Montesipei"

La Eremo di Montesiepi fu edificato tra il 1182 e il 1185, in cima al colle nella posizione in cui si trovava la capanna che ospito San Galgano nell'ultimo anno di vita, nel punto esatto ove aveva infisso la sua spada nella roccia.
All'Eremo venne attribuito il nome di Rotonda per via della pianta circolare della sua struttura principale.
Nel tercento venne aggiunta una cappella che oltre ad alcuni affreschi attribuiti ad Ambrogio Lorenzetti conserva in una teca coperta da un panno le ossa di due avambracci braccia e due mani.
La legenda narra che siano i resti di uno dei tre ladri che approfittando dell'assenza di San Galgano tentarono di estrarre la spada.
I tre ladri non riuscendo nell'intento di estrarre la spada dalla roccia la spezzarono e l'abbandonarono a terra, il castigo divino non si fece attendere: uno di essi venne fulminato all'istante, un altro annego ed il terzo venne aggredito da un lupo che gli trancio entrambi le braccia.

L'Abbazia "senza tetto"

splendido complesso Cistercense del XIII secolo d.c.

Dalla Rotonda di Montesiepi un sentiero scende nell'Alta Val di Merse e conduce alla spettacolare Abbazia di San Galgano.
Si tratta di uno dei luoghi più suggestivi degli itinerari Toscani,
la costruzione dell'Abbazia fu intrapresa nel 1218 per mano dei monaci cistercensi, l'attuale popolarità è dovuta alla mancanza del tetto che crollò definitivamente nel 1781.
Da sempre circola una "bufala" che narra che il tetto in piombo fu venduto per profitto, in realtà questa fu la sorte del tetto dell'Eremo di Montesiepi (La Rotonda), i Senesi lo utilizzarono per costruire armi durante al guerra contro Firenze.
La scarsa manutenzione e il degrado dovuto alla scorrere del tempo furono le cause del crollo del tetto dell'Abbazia di San Galgano.
Verso la fine del 1500 furono avviati degli inutili tentativi di restauro, tra il 1781 e il 1786 crollarono definitivamente le volte che erano rimaste e il campanile.
Negli anni successivi l'Abbazia ospito per un breve periodo una fonderia e nel 1789 fu definitivamente abbandonata e sconsacrata.
A fine dell'Ottocento si riaccese l'interesse per l'Abbazia di San Galgano e nel 1924 si avvio un restauro di tipo conservativo ad opera di Gino Chierici.

San Galgano

il Cavaliere Galgano Guidotti da Chiusdino

Galgano Guidotti nasce intorno al 1150 a Chiusdino da famiglia di ceto elevato legata da rapporti rapporti di vassallaggio ai Vescovi di Volterra,
L'appartenenza a quella che possiamo definire la mano armata di quest'ultimi ne faranno per naturale conseguenza un Cavaliere.
Il giovane Galgano conduceva una vita dissoluta e libertina intrisa di prepotenza ed arroganza, il frutto del suo titolo e della sua giovane età.
Nel 1180 la morte del padre generò in lui un profondo cambiamento, la doppia apparizione in sogno dell'Arcangelo Michele nei giorni immediatamente successivi completò l'opera.
L'Arcangelo Michele lo avrebbe accompagnato al cospetto dei 12 Apostoli e della Madonna riuniti in un tempio rotondo, qui il futuro San Galgano ricevette l'invito a costruire una chiesa dalle forme simili.
Il desiderio di esaudire la Volontà Celeste subi l'opposizione della madre che lo avrebbe voluto maritato con una giovine fanciulla di Civitella (un castello della maremma toscana) tal Polissena Brizzi.
Il Disegno Celeste si compi proprio durante uno dei viaggi che il Cavaliere compiva per raggiungere Polissena, il cavallo si blocco e non volle più procedere tanto è che Galgano fu costretto a pernottare in loco.
Il giorno successivo Galgano riprese il camino ma giunto al medesimo punto il cavallo si fermò di nuovo e non vi fu modo di avanzare, il giovane smonto e si mise a pregare il Signore perché lo conducesse nel luogo ove avrebbe potuto trovare la pace spirituale.
Proprio quel giorno in cui ricorreva la solennità del Natale, dopo che il giovane Cavaliere ebbe pregato, il cavallo si avvio per poi fermarsi sulla vicina collina di Montesiepi.
Galgano smontò da cavallo e conficco la sua spada da Cavaliere nel terreno, un azione dal profondo significato: la spada capovolta rappresenta la croce e il suo abbandono nella roccia sta a significare il passaggio dalla "milizia terrena" alla "milizia celeste", una dichiarazione di fedeltà e devozione a Gesù Cristo.
Da qui parte l'eremitaggio e la costituzione di una comunità monastica, approvata nella primavera del 1181 da Papa Alessandro III.
Questa esperienza fu breve, il 20 novembre del 1181 il Cavaliere Galgano Guidotti morì.
Nel 1185 fu aperto il processo canonico, dagli atti emergono i numerosi miracoli e guarigioni che ne determinarono la santificazione.
La comunità monastica fondata da San Galgano si estese nei territori dell'odierna Toscana e dell'Umbria, agli inizi del XIII secolo si divise andando a confluire negli ordini dei cistercensi e degli agostiniani.
Probabilmente questa divisione della comunità monastica e la caduta della Repubblica di Siena furono le cause della dispersione delle reliquie di San Galgano inizialmente custodite presso l'Eremo di Montesiepi.
Nella chiesa di San Michele Arcangelo, a Chiusdino, si conserva e tutt'ora si venera la testa di San Galgano.
Ad oggi è ancora esistente una confraternita a lui dedicata fondata nel 1185 e probabilmente una delle più antiche tra quelle esistenti.

La Spada nella Roccia

tra leggenda e storia

Per molti anni sono stati sollevati dubbi sull'originalità della Spada nella Roccia, nel 2001 lo studioso Luigi Gralaschelli dell'Università di Pavia insieme ad altri ricercatori ne hanno dimostrato le origini medievali: le forme sono compatibili con quelle conosciute ed in uso nel XII secolo e il metallo non presenta leghe metalliche moderne.
Le indagini scientifiche confermano che trattasi di una vera spada realmente conficcata nella roccia.
Appurata l'autenticità della spada il mistero s'infittisce e storia e leggenda s'intrecciano vorticosamente.
Quella di San Galgano non è l'unica Spada nella Roccia... il ciclo bretone narra di quella di Re Artù più nota al grande pubblico perché oggetto di numerose pubblicazioni e film.
Molti studiosi affermano che attenendoci ai fatti storici la Spada di Galgano batte quella di Re Artù.
San Galgano è un personaggio realmente esistito, Re Artù e i Cavalieri della tavola rotonda appartengono alla legenda.
Alcune biografie di San Galgano narrano di contatti che il Santo avrebbe avuto con l'Eremo di San Guglielmo di Malavalle, anche lui Cavaliere passato alla "Milizia Celeste" e per tradizione popolare antica ritenuto nella realtà Guglielmo X d'Aquitania.
Ritiratosi in eremitaggio dopo una crociata, potrebbe essere stato lui a far conoscere in Francia la storia di Galgano... le connessioni sono innumerevoli: Galgano ricorda Galvano Cavaliere della tavola rotonda, la Via Francigena attraversa la Val di Merse come attraversa la Francia di Chrétien de Troyes il primo autore del ciclo bretone che tratta le saghe Arturiane.
Per correttezza d'informazione ci teniamo ad informare che quella di San Galgano non è l'unica Spada nella Roccia, ne esiste un altra sul cammino di Compostela, nel Perigord a Rocamadour, si dice che potrebbe trattarsi della Durlindana, la mitica spada di Orlando, il paladino del re dei Franchi Carlo Magno.